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Helena SERAŽIN
Il progetto dell'architetto Michele Bon per la cantoria del Duomo di Gorizia
L'Archivio capitolare teresiano di Gorizia conserva il progetto dell'architetto goriziano Michele Bon per la cantoria del Duomo cittadino, che fu demolita nel corso dei lavori di ripristino della chiesa nel 1922. L'opera fu commissionata dalla curia arcivescovile nel 1764, verosimilmente in contemporanea all'ordinazione del nuovo organo a Franc Ksaver Križman (1726–95), autore anche degli organi del Duomo (1762) e della chiesa delle Orsoline (1763) di Lubiana nonché di quello della chiesa goriziana di San Carlo Borromeo (1765–68).
Il progetto del Bon è datato e sigilato, disegnato in piedi veneti, e oltre alla pianta e al prospetto principale riporta anche il contratto. L'opera, ultimata nell'estate del 1765, doveva protendersi nel ritmo fluttuante delle sue volute concave e convesse nello spazio della navata principale. La cantoria, se si eccettua alcune lievi varianti, risultava comunque affatto identica a quella della vicina chiesa di Sant'Ignazio - amministrata all'epoca dai padri gesuiti - attribuita a Christoph Tausch (1673-1731) e datata agli anni 1724-25. Questa puntuale ripresa non va comunque imputata a una presunta incapacitr dell'architetto, che ha invece semplicemente seguito un'esplicita richiesta della curia arcivescovile, che a tale scopo aveva gir in precedenza ordinato le colonne di sostegno al picapietra Giovanni Toreani. Viceversa: sia il progetto sia il risultato finale testimoniano dell'operato di un valente architetto, che ha ben assimilato i principi architettonici tardobarocchi.
Michele Bon (1715–73) discende infatti da una famiglia di costruttori – capi mastro erano anche il fratello Giuseppe e il cognato Giacomo Vidrih – e si è probabilmente formato a Venezia. Al 1742 risalgono i primi documenti che lo ricordano a Gorizia, dove si è affermato assai presto poiché gir nel 1750, in quanto cameraro, rappresenta l'Arte privilegiata dei Capo Mastri nella contesa che la vedeva opposta al comune di Cormons poiché quest'ultimio aveva affidato la progettazione del Duomo ad un architetto veneziano. Bon venne rieletto cameraro anche nel 1759.
Negli anni 1741–42 dirige alcuni lavori di ripristino del Duomo di Gradisca. Successivamente collaborò con tutta probabilità alla ristrutturazione di Palazzo Cobenzl, oggi sede della curia, e alla costruzione della cappella dell'Esaltazione della Santa Croce (1746), anche in virtù del fatto che il committente dei lavori Agostino Codelli de Fahnenfeld (1683–1749) gli tenne in battesimo la figlia Dorotea nel 1742. L'ipotesi trova ulteriore fondamento nel confronto tra la cappella dell'Esaltazione della Santa Croce e l'intervento documentato del Bon nella parrocchiale di San Lorenzo Isontino (1751–51). L'interno di questa chiesa presenta inoltre diverse tangenze con le parrocchiali di Šempas (1782) e Kanal (1787) sorte postume ed entrambe attribuite ad un non meglio identificato architetto D. Bona. Negli anni 1754–55 Michele Bon era intento ai lavori di riammodernamento della chiesa di Gorenje Cerovo, e l'anno seguente progettn con l'architetto goriziano Saverio Giani il Duomo di Cormons.43 Dalle distinte di pagamento e dal risarcimento pagato nel 1770 all'Arte goriziana si evince però che il progetto della chiesa di Sant'Adalberto fu in realtà affidato ad un architetto veneziano vicino a Giorgio Massari (1687–1766). A Michele e Saverio, responsabili anche della costruzione di Palazzo Locatelli, va forse ascritta la sola facciata del Duomo.
La cantoria del Duomo di Gorizia (1764–65) c l'ultima opera documentata dell'architetto Michele Bon e forse il ritrovamento di nuovi documenti potrà chiarire se possiamo ascrivere a lui e alla sua famiglia la maggior parte delle opere tradizionalmente assegnate al suo ben piu famoso contemporaneo Nicolò Pacassi (1716–90).