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Barbara MUROVEC

I dipinti di Francesco Pittoni del Castello di Haasberg

Nella collezione museale del castello di Predjama (Luegg) presso Postojna (Adlsberg, Postumia) si conservano cinque tele barocche provenienti dal Castello di Haasberg (Hošperk, Planina pri Rakeku). Prima dell’ultimo restauro del castello, avvenuto negli anni Novanta del secolo scorso, vi erano in totale sette tele, due delle quali sono oggi temporaneamente esposte nella casa natale di Fran Gerbič a Cerknica. Tutti e sette i dipinti, che non si sono conservati in uno stato ottimale e sono in parte anche ridipinti, sono opera dello stesso pittore e sono stati concepiti come una serie probabilmente unitaria nelle dimensioni, anche se ora le misure variano lievemente: l’altezza va dai 76,8 cm ai 78,5 cm, la larghezza dai 123,7 cm ai 153 cm.

I dipinti raffigurano episodi veterotestamentari (Giuseppe gettato nel pozzo, Il giudizio di Salomone), mitologici (La caduta dei Giganti, Il trionfo di Galatea), della storia antica (Il ratto delle Sabine, La famiglia di Dario davanti ad Alessandro) e una scena letteraria tratta dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (Erminia tra i pastori).

In base all’analisi stilistica si può attribuire le sette tele al veneziano Francesco Pittoni. Nella letteratura artistica italiana sono già da tempo note le altre opere del Pittoni, in parte eseguite in collaborazione con nipote Giambattista, provenienti da Haasberg, da dove furono trasferite dai Windischgraetz prima del rogo della villa del 1944. La maggior parte della collezione fu evidentemente trasportata a Trieste dove i dipinti furono venduti intorno al 1950 e oggi si trovano in diverse collezioni private italiane; solo una piccola parte giunse al castello di Predjama. Sembra quasi incredibile che queste tele siano state ignorate, esposte per quasi cinquant’anni in un’istituzione museale statale e conservate cosi vicino a Haasberg, in un castello pure appartenuto ai Windischgraetz.

In merito alla provenienza ovvero al committente e primo proprietario dei dipinti vi sono tuttavia maggiori incertezze di quante ne siano state sinora riconosciute dalla letteratura specializzata. Se le opere del Pittoni, che durante la seconda guerra mondiale si trovavano a Planina, possono essere indicativamente collocate nella seconda metà del secondo decennio del XVIII secolo, al momento attuale non si può affermare con certezza che esse siano state commissionate proprio per Haasberg. Due sono i dipinti datati: l’ovale con Seneca (F. Pittoni F. 1714) della Collezione Walter Mio di Udine, che riporta dubitativamente anche la data del 1716) e il famoso dipinto di Sansone e Dalila con la doppia firma (Fr. Et J° Bat. Pitoni 1716[8], ora nella Collezione Vittorio Querini di Pordenone), sicché almeno una parte dei dipinti ricade sicuramente tra il 1714 e il 1718.

Nel 1714 il proprietario della villa di Haasberg era Johann Anton II Jospeh Eggenberg, morto nel 1716, al quale subentrò la vedova Maria Carlotta Josepha Eggenberg nata Sterberg, che vendette la proprietà a Johann Caspar Cobenzl. Questi intraprese un’estesa ristrutturazione dell’edifcio terminata probabilmente intorno al 1722. Il Cobenzl doveva aver curato anche l’arredo interno, ma allo stato attuale i dati d’archivio sembrano escludere la possibilità che tra le opere vi fossero anche i dipinti del Pittoni. Tenendo conto della datazione 1714–1716 i Cobenzl avrebbero dovuto acquistare i dipinti dagli Eggenberg assieme alla villa, ma nell’inventario stilato alla morte di Carl Cobenzl (1770), figlio di Johann Caspar (il suo inventario non si è conservato ovvero ne ignoriamo il luogo di conservazione), non sono inventariati dei dipinti collegabili al Pittoni. Cosi rimane ancora incerta l’originale provenienza di più di trenta dipinti di Francesco Pittoni e perciò rimangono ignoti pure il committente e il luogo di conservazione dei dipinti stessi nel XVIII secolo.