Osvald AHAS 7ital

Monika OSVALD

Il Conte Rodolfo Coronini Cronbergt a Kojsko (Quisca)

Il conte Rodolfo Coronini Cronberg (1731–1791) cominciò, in quanto primogenito, ad occuparsi dei possedimenti di Kojsko (Quisca), dopo l'improvvisa morte del padre, avvenuta nel 1754, che lo costrinse ad interrompere l'incipiente carriera diplomatica, dopo gli studi compiuti al Theresianum, l’accademia nobiliare di Vienna.

A Kojsko fece erigere, tra il 1765 e il 1768, una nuova chiesa tardobarocca, che successivamente provvide a dotare riccamente (l’altar maggiore di Francesco Bensa e le tele di Sebastiano Devita), sul luogo dell’ormai fatiscente chiesa gotica.

Nell’Archivio Storico Provinciale di Gorizia è conservato il cosiddetto Terzo urbario (ASPG, Manoscritti, n. 241, Terzo Urbario delle Locazioni di carte 280 dico 280. 1764. 1765), una sorta di diario nel quale il conte annotava tutti gli avvenimenti più importanti e vi trascriveva la corrispondenza e i contratti. È arrivato in questo modo fino a noi il contratto col capomastro Saverio Gianni (11 luglio 1764), nel quale sono stabiliti con precisione tutti gli interventi edilizi. In calce al contratto il Coronini riportò anche il progetto planimetrico, seguito fedelmente nei successivi lavori come si può verificare ai giorni nostri.

L’entusiasmo suscitato dall’inizio dei lavori nel 1764 fu tuttavia funestato dalle morti di ben due figli. Coronini pianse soprattutto la perdita della primogenita Marianna Giuseppina, seppellita nella chiesa dei carmelitani a Kostanjevica (Castagnevizza). L’epitaffio, che in base al Terzo urbario sappiamo essere stato eseguito da Francesco Bensa, fu in seguito fatto trasportare dal conte a Kojsko, dov’è ancor oggi individuabile tra le rovine del castello con la sua commovente iscrizione latina.

Con la morte dei figli, il Coronini si rese conto che la sua memoria non sarebbe stata trasmessa dalla sua discendenza diretta. Pertanto iniziò a trasformare i possessi di Kojsko (soprattutto il castello e la chiesa) in una sorta di memoriale del proprio casato, e naturalmente di se stesso. Iniziò a raccogliere i ritratti degli avi, tra i quali va citata almeno la scultura a figura intera di Giovanni Battista Coronini, nella chiesa, e a realizzare lapidi commemorative. Il tutto si trovava poi inserito in un parco, che per lo splendido panorama era considerato tra i più belli del Goriziano. Nei suoi vialetti si riunirono, nel 1782, i membri dell’Accademia degli Arcadi romano-sonziaci.

Nonostante tutti gli sforzi profusi dal conte, un destino avverso si abbattè sul possedimento di Kojsko, cancellando quasi tutte le testimonianze dei fasti passati. Il castello è ormai perso per sempre, la chiesa necessita di restauri. Il rinnovo di quest'ultima e almeno un piccolo spazio dedicato alla memoria del conte Coronini, potrebbero indubbiamente contribuire a riscoprire il ricco e dimenticato patrimonio culturale del Collio sloveno.