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Helena SERAŽIN

Un inedito disegno del Castello di Štanjel (San Daniele del Carso) di Giovanni Cobenzl (1580)

La cittadella di Štanjel, incastonata nella pendice del monte, è andata gradualmente trasformandosi in una roccaforte, chiamata castel Sant'Angelo, sino alla metà del Cinquecento. Risale infatti a quel periodo il progetto dell'architetto Giuseppe Vintana di Gorizia, che aveva previsto la costruzione di una moderna cinta muraria rinascimentale con la strategica disposizione di torri di guardia e un doppio portale d’accesso anch’esso fortificato. Tutto ciò è ancora ben visibile nella veduta di Antonio Capellaris del 1752.

Nello Steiermärkisches Landesarchiv di Graz si conserva la lettera (vd. allegato) inviata all'arciduca Carlo II il 28 aprile 1580 da Giovanni Cobenzl con allegato il disegno del castello di Štanjel. La lettera rappresenta allo stato il più antico documento nel quale è citato il castello di Štanjel e consente inoltre di poter risalire agli inizi della costruzione di questo complesso architettonico, ampliato durante il Seicento con la costruzione degli edifici disposti attorno al cortile inferiore. Dalla lettera si può evincere che l’intero complesso si è sviluppato da una semplice casa, che si trovava accanto alla massiccia torre medievale, e da un edificio di servizio sulla parte opposta del cortile col pozzo. Il Cobenzl ha ristrutturato e ampliato la casa già prima del 1580. In quell’occasione aveva infatti costruito degli edifici su una parte della strada che correva accanto alla cinta muraria, addossando la nuova costruzione stessa sugli edifici di servizio. Nel nuovo stabile trovarono posto oltre alla cucina, al salone per i ricevimenti e alla sala da pranzo soprattutto le stanze invernali riscaldate. L’intero complesso, che insisteva sull’area occupata sino allora dalla porta d’ingresso (contrassegnata sul disegno con la lettera D), era concluso da una torre circolare che oggi collega la parte inferiore con quella superiore del castello.

Poiché il Cobenzl aveva di sua iniziativa ostruito la via inferiore (sul disegno identificabile tra le lettere D e E) nella lettera chiedeva di poter costruire tre ingressi, che aperti solo durante il giorno consentissero il passaggio pedonale. Il nobile giustificava l’intervento asserendo che in tal modo si abbreviava la strada che conduceva dall’una all’altra parte dell’abitato. La porta A, con la guardiola voltata e alla quale conduceva una rampa di scale, e la porta C, che conduceva alle case della terrazza superiore, furono abbattute nel XVIII secolo quando venne costruita la scalinata barocca, mentre è ancora parzialmente conservata la porta B. Tutte e tre le porte furono probabilmente ultimate nel 1583 come lascia intendere l’epigrafe conservata nella Galleria di Lojze Spacal.

Giovanni Cobenzl fu un importante diplomatico, ricoprì la carica di ambasciatore a Roma e a Mosca, e sino alla morte nel 1594 fu presidente della Camera alla corte arciducale di Carlo II a Ratisbona nonché capitano di Gradisca e della Carniola. Negli anni ottanta commissionò l’erezione di diversi edifici come la villa suburbana di Gorizia (1584–87), il nuovo ramo d’ingresso al Castello di Predjama (1583 ca.) e la villa di Mossa (1593 ca.). Quest’ultima aveva una pianta simile alla sua residenza di Prosecco (Contovello), oggi distrutta e nota solo da un disegno del codice 10935 dell'Österreichische Nationalbibliothek di Vienna attribuibile a un architetto della cerchia di Baldassare Peruzzi.