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Walter KLAINSCEK

Novità su Johann Michael Lichtenretier

L'articolo inizia sottolineando l'importanza di quella tendenza goriziano-carniolina della pittura del Settecento a Gorizia e dintorni, che si identifica soprattutto con la produzione dei pittori Antonio Paroli. Johann Michael Lichtenreiter e Anton Cebej, sui quali sono state dedicate – negli ultimi anni – alcune importanti mostre e pubblicazioni. Viene quindi resa nota una notizia finora trascurata su Lichtenreiter. Il Nagler (1924, p. 456) indica in una voce del suo dizionario degli artisti un "Lichtenreiter, J. M. Maler, der um 1730 in Augsburg lebte. Er malte Bildnisse, und davon stach G. Bodenehr jun. das Bildnis seines Vaters"; concessa la variante al nome, già compresa tra l'altro entro le innumerevoli storpiature utilizzate per indicare quel pittori il luogo e l'anno indicati dal biografo austriaco appaiono del tutto verosimili rispetto alla storia di Johann Michael. L'ambiente artistico ed editoriale del Settecento ad Augsburg avrebbero potuto quindi costituire una tappa intermedia del viaggio in cerca di nuove committenze che condusse il pittore passaviense da Passau – oramai completamente restaurata dopo l'incendio del 1662 – a Gorizia.

Si presenta quindi la parte del'Elenco degli oggetti di proprietà della Signora Elvira Pippal-Attems depositati provvisoriamente nel Museo prov. (compilato da Giovanni Cossàr, primo direttore dei Musei Provinciali di Gorizia) che interessa l'opera di Lichtenreiter, individuando quindi alcune tele perdute non invluse nel catalogo del 1996 originariamente collocate entro la Villa Attems di Podgora: al n. 10 una "tela a olio, bisognevole di restauro", raffigurante una "scena sontadinesca [ ...] probabilmente copia da una tela dei Bassano di G. M. Lichtenreiter"; al n. 11 le fa pendant un'altra "scena contadinecsa" che ricorda la pittura dei Bassano; al n. 63 un ritratto di Pio VI; al n. 64 uno di Clemente X; al n. 65 una Fuga in Egitto "dell'epoca migliore del Lichtenreiter"; al n. 67 la Madonna col Bambino pubblicata nel presente contributo; al n. 1432 una tela di forma ovale con il "ritratto del conte Federico Lantieri", opera di Lichtenreiter.

Si individuano quindi nove tele inedite che si attribuiscono a Johann Michael Lichtenreiter:

  1. Madonna con il Bambino, 1735–1745,Gorizia, collezione Cossàr. Proveniente dalla Villa Attems di Podgora, è segnalato al n. 67 dell'elenco sopracitato e si individua come un dipinto della fase goriziana iniziale del pitore bavarese, quella intorno al 1740, potendolo avvicinare ai piccoli quadri della collezione Cossàr (catt. 22–24) provenienti dalla proprietà Attems nonchè, in particolare, alla ragazza che cuce (cat. 26) del Castello di Gorizia.
  2. Educazione della Vergine, 1730–1740, Gorizia, collezione privata. Si tratta di una tela assai rovinata, ma sicuramente ascrivibile al pittore bavarese. Sul retro del telaio infatti vi sono alcune annotazioni in lapis e penna, firmate alla fine dell'Ottocento da Sigismondo Attems. Oltre al nome del collezionista "Sigmund Sigmund G[ ra] f Attems", vi è il nome dell'autore "Lichtenreith fecit" e la data approsimativa di esecuzione "um 1730–1740", che confermerebbe l'ipotesi giŕ formulata in occasione della mostra del 1996, secondo la quale il pittore dovette insediare la propria attività a Gorizia alcuni anni prima del suo matrimonio con Dorotea Dragogna (1737), prima attestazione documentata della sua presenza in città.
  3. Ritratto di Stefano Colonna, 1735–1750, Udine, Collezione Miseri. Il ritratto riproduce il cardinale Stefano Colonna, creato tale da papa Urbano VI nel 1387. Il confronto più prossimo che possa essere proposto è quello con le due repliche da Pietro Rotari conservate presso il castello di Gorizia, in particolare con la Ragazza che cuce (cat. 26), anc'esse un tempo contenute entro la villa Attems-Petzenstein di Podgora. Si ravvisano altresì la rigidezza e la limitata espressività che connotano altri ritratti di pontefici compiuti da Lichtenreiter per le Orsoline di Gorizia attorno al settimo decennio del XVIII secolo (cat. 62–64).
  4. Interno veneziano, 1750 ca, Udine, collezione Miseri, Iconograficamente risulta unica nella produzione del pittore bavarese, per ora, la scena in un interno "veneziano" della collezione Miseri, che tittavia contiene alcuni espedienti esecutivi che si addicono al pennello di Lichtenreiter. Per quanto concerne la datazione si può o meno coeva alle altre di carattere profano, provenendo infatti dal lascito di Elvira Pippal Attems.
  5. Adorazione dei pastori, 1760–1770, Udine, collezione Miseri. Si tratta di una tela di Lichtenreiter assolutamente tipica. La struttura narrativa del dipinto risulta equilibrata e composta e le figure umane si dimostrano ben impostate nella loro costruzione dei volumi e dell'anatomia. Per tali ragioni il dipinto udinese si può individuare in una fase abbastanza matura della produzione di Lichtenreiter, corrispondente al periodo durante il quale egli fu attivo presso le Orsoline di Gorizia (1760–1770).
  6. Angelo custode, 1760–1770, Gorizia, monastero di Sant'Orsola. Si può tuttavia accogliere in pieno l'attribuzine della rovinatissima tela alla mano di Lichtenreiter già proposta da Geroni, il quale osservava tra l'altro la dipendenza del dipinto da una rappresentazione di Pietro da Cortona conservata presso la Galleria d'Arte Antica di Roma e della qualle si conosce un'incisione di G. M. Testana. Una variante del pittore bavarese sullo stesso tema è conservata nel monastero cistercense di Stična (cat. 83). Si può ipotuzzare per l'opera una datazione analoga a quelle delle altre tele realizzate per le Orsoline di Gorizia.
  7. Madonna del Rosario, 1765 ca, Moraro, parrocchiale. Già segnalata da Medeot, che la individuava come opera del XVIII secolo e da Malni-Pascoletti, il dipinto è databile al 1765 grazie ad una visita pastorale di quell'anno che la indicava quale "pala nuova". Il dipinto mi veniva segnalato quale opera molto probabile di Johann Michael Lichtenreiter da Ferdinand Šerbelj, e in effetti esso è senz'altro da considerare come tela tra le più tipiche del passaviense, trovando i riscontri più prossimi con la produzione immediatamente precedente a quella finale di Lubiana, Stična e Sodražica (catt. 74–86). I confronti più circostanziati sono rappresentati infatti da quelli con la pala d'altare di Štjak (cat. 70) oppure con quella mutila di Črniče (cat. 72), rappresentante anch'essa la madonna del Rosario in una variante leggermente diversa.
  8. San Valentino, 1765 ca, Moraro, parrocchiale. Si confronti quanto scritto per la precedente.
  9. Crocefissione, 1770 ca, Gorizia, monastero di Sant'Orsola. La tela gentilmente segnalatami da Madre Concetta Salvagno, costituisce senz'altro uno dei dipinti rappresentanti scene dalla vita di Cristo che Johann Michael Lichtenreiter realizzò per il monastero di Sant'Orsola attorno al settimo decennio del XVIII secolo. Esso si può collocare, per la composione dell'episodo evangelico, i valori cromatici piuttosto cupi, gli atteggiamenti dei personaggi decisamente patetici, in prossimità degli altri momenti della passio Christi delle Orsoline: il Cristo al Getsemani (cat. 67) e il Compianto sul Cristo (cat. 66).