Serbelja AHAS 5ital

Ferdinand ŠERBELJ
 
La pittura barocca nel Goriziano
 
Baročno slikarstvo na Goriškem (La pittura barocca nel Goriziano) è il titolo della dissertazione discussa dall'autore nel 2000 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Lubiana. La tesi affronta il tema della pittura barocca nel territorio dell'antica provincia di Gorizia, che nel 1947 fu divisa tra Italia e Jugoslavia (Provincia di Gorizia e Litorale settentrionale); una provincia storica il cui sviluppo è stato favorito dalla felice posizione geostrategica a cavallo tra l'Europa centrale e l'Italia. In questa zona corre anche il confine etnico tra due popoli, quello italiano e quello sloveno, ai quali si affiancano i Friulani nella parte nordoccidentale.
 
La parte centrale dello studio è dedicata al catalogo di tutte le opere di cui è stato possibile stabilire l'autore. Nella rassegna sono stati inclusi pure i pittori di cui si hanno soltanto riscontri d'archivio, ma ai quali sinora non si è potuto ascrivere alcuna opera esistente. L'elenco comprende ben 130 nomi. A causa delle distruzioni patite da circa il 70% del territorio goriziano nel corso della prima guerra mondiale, per una quanto migliore ricostruzione delle vicende artistiche di quest'area si è pensato di includere nell'indagine anche la parte sudorientale del Friuli, delimitata dalla linea Cividale–Manzano–Palmanova–Cervignano–Aquiliea. È stata una scelta che ha trovato piena giustificazione, infatti, sino a questa linea sono chiaramente rilevabili influssi reciproci, sia per quanto attiene alla pittura che alle altre forme d'arte.
 
Il presente contributo ha lo scopo di mettere in luce quel segmento della pittura del Goriziano che la letteratura scientifica in gran parte non cita o di cui ha proposto una diversa attribuzione. Tra le opere dei 18 autori qui presentati, vanno ricordate quelle dei pittori locali Pietro Bainville (di cui sinora non si conosceva nessuna opera nel territorio in questione), Johannes Michael Lichtenreiter e suo figlio Carlo ed infine Antonio Paroli, i cui nuovi lavori in questa sede sono perlopiù soltanto elencati. Per la pittura del Goriziano e delle zone limitrofe sono interessanti soprattutto le opere attribuite a Giuseppe Cosattini, la scoperta di otto dipinti di Francesco Pittoni e di ben quattordici di Francesco Pavona, fatto questo che pone anche il problema di una cerchia o di un suo imitatore. Un'altra novità sono le tre pale d'altare firmate da Giuseppe Bernardino Bison e un affresco nella chiesa di Crauglio attribuito a Francesco Chiarottini, e ancora il quadro di Jacopo Guarana a Cosbana del Collio (Kožbana) e il grande dipinto - oltre i tre metri - opera matura di Anton Cebej, pittore di Lubiana, in situ a Castello presso Porpetto. Nel testo sono compresi anche i lavori di Bartolomeo Literini, Antonio Facci, Matteo Furlanetto. Naturalmente con le attribuzioni proposte il lavoro d'indagine è appena agli inizi: si aprono, infatti, nuovi orizzonti per una trattazione sistematica, che servirà a delineare un quadro ancora più completo della pittura barocca nel Goriziano.
 
Le ricerche sinora condotte, che in singoli segmenti andranno ulteriormente approfondite, permettono di modificare alcuni stereotipi che sono stati utilizzati nelle presentazioni generali della pittura barocca nell'area considerata e confermano l'importante ruolo svolto dalla regione nel mutuare gli influssi culturali in entrambe le direzioni. Lo studio ha inoltre evidenziato che questa zona aveva un tale potenziale creativo da consentirci di parlare di una produzione locale con caratteri espressivi propri, il che vale soprattutto per il Settecento, secolo d'oro dell'arte goriziana.