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Ana LAVRIČ
Giovanni Maria Bibiena il Giovane e i suoi debiti in Carniola
Nel 1740 si trovava a Lubiana Giovanni Maria Bibiena il Giovane (1693/1694?–1777), membro della famosa famiglia italiana di scenografi e architetti teatrali, dove collaborò in qualità di esperto alla soluzione dei problemi inerenti al ponte di Črnuče. Da Lubiana se ne andò lasciandovi i debiti, in seguito bancarotto e si procurò un nuovo impiego a Napoli. I creditori cercarono di rintracciarlo per riscuotere il dovuto e a tal scopo prestò la propria mediazione Peter Pavel Glavar, parroco e amministratore dei possedimenti dell’Ordine di Malta a Komenda in Carniola. Egli intratteneva una regolare corrispondenza epistolare con Pietro Giacomo barone Testaferrata, suo padre naturale, che negli anni 1751–1755 risiedeva a Roma. A lui si rivolse nel 1754 in nome del tagliapietre lubianese Peter Urban Brajdek e il padre, per tramite dell’amico arcivescovo Tria e di suo nipote, ottenne da parte del Bibiena la formale ammissione dell’insolvenza e una lettera indirizzata al fratello, con la quale lo incaricava di saldare il debito col Brajdek attingendo ai fondi affidatigli proprio a questo scopo. Il Glavar s’interessò del Bibiena ancora nel 1760, quando a nome dei creditori carniolini, dei quali purtroppo non si conoscono i nomi, si rivolse al suo agente romano Giovanni Battista Raimondo Marchesi. Il Marchesi ricevette dai propri confidenti due informazioni contraddittorie sulla situazione finanziaria del Bibiena e quando avverti i carniolini sulla complessità e sull’alto costo del processo da instaurare a Napoli nonché sull’incertezza dell’esito finale, questi desistettero dall’azione legale e dall’esazione dei crediti e cosi il Bibiena si liberò definitivamente dei propri “inseguitori”. In appendice sono riportati i passi delle lettere, che illustrano da una specifica angolatura la vita, l’opera e il carattere di Giovanni Maria Bibiena.