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Barbara MUROVEC
Modelli grafici per un gruppo di via crucis barocche
In Slovenia è possibile rintracciare un gruppo di via crucis, che si differenziano tra di loro per pochi particolari, tanto che nel 1994 Ferdinand Šerbelj aveva ipotizzato un comune modello grafico, di probabile origine augsburghese.
Il livello qualitativo di queatri dipinti non è affatto omogeneo, ma tra le esecuzioni migliori vanno senz'altro annoverate quelle di Valentin Metzinger (1699–1759) per la parrocchiale di Vače (1730) e di Anton Cebej (1722–dopo 1774) per quella di Ajdovšcina. Anche a Fortunat Bergant (1721–1769), che nel 1766 dipinse le stazioni fortemente espressive della chiesa di Stična, tale modello non doveva essere sconosciuto.
Un indizio più concreto sul modello – che si è rivelato di origine italiana e non tedesca – è offerto dalle scritte sui disegni di tre stazioni, che sono state fedelmente riprese dall'originale da Krištof Andrej Jelovšek (1729–1776), figlio del più famoso frescante sloveno Franc Jelovšek (1700–1764). I disegni, già nelle collezioni del Museo nazionale di Lubiana, si sono conservati solo in una riproduzione fotografica che permette ugualmente di leggere le scritte Stampa del Volpe invenit. Lo Jelovšek, non conoscendo l'esecutore delle incisioni ovvero l'autore delle composizioni ricopiate, aveva riportato sui disegni il nome dello stampatore del libro nel quale furono pubblicate. Si tratta infatti delle silografie che Giuseppe Fivizani intagliò sui disegni di Domenico Maria Fratta (1696–1763) e che furono pubblicate nel 1732 nel libro di Girolamo Baruffaldi La via della Croce (dal volume sono tratte le riproduzioni dell'articolo) stampato a Bologna da Lelio dalla Volpe (1685–1749). A giudicare dalla Via crucis dipinta del Metzinger tali silografie dovettero essere pubblicate già nella Via della Croce, edita sempre dal Dalla Volpe nel 1729, volume considerato raro già all'inizio dell'Ottocento.
Agli stessi modelli ricorsero anche artisti bolognesi quali Gaetano Gandolfi (1734–1802) per la XIV stazione della Via crucis (Gesu deposto nel Sepolcro, ora Cento, collez. priv.) o Mauro Gandolfi (1764–1834) che nel 1792 ha ripreso le invenzioni per tutte le stazioni – maggiori differenze dal modello si riscontrano solo nella V – per la Via crucis della parrocchiale di Santa Maria Assunta ad Amola di Monte San Pietro.